Lo scopo di questo lavoro è quello di offrire ai professionisti chiamati ad intervenire, a vari livelli, nella gestione
di situazioni di contrasto una «epistemologia» utile
a conoscere e capire cos’è davvero il conflitto, ai fini
di una sua efficace gestione.
Il conflitto, dunque, non va inteso come “assenza di pace”, perché questa non può coincidere realisticamente con i concetti di tranquillità e armonia. La pace, al contrario, può
e deve essere intesa come un modo diverso ed alternativo
di vivere i conflitti. Sarà, quindi, importante operare una distinzione ontologica tra conflitto e violenza, dove il primo implica necessariamente l’esistenza di una competenza relazionale, mentre la seconda si caratterizza, al contrario,
per la sua negazione.
Se si assume questa prospettiva, il conflitto può quindi rappresentare una preziosa opportunità di formazione e apprendimento, a patto che gli operatori chiamati a gestirlo sappiano utilizzare, con consapevolezza e competenza, uno strumento antico e, al tempo stesso, rivoluzionario: la “maieutica”.
Il colloquio maieutico, basato sulle domande piuttosto che sulle risposte, può infatti costituire una forma inedita di gestione dei conflitti per aiutare le persone che vi sono coinvolte ad attivare le proprie risorse ed a gestire le contrarietà.
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